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Immagine del redattoreAria Shu

I PITTOGRAMMI DI SEGO CANYON (UTAH, USA) SONO ENTITÀ SPIRITUALI O ANTICHI ASTRONAUTI?

Aggiornamento: 4 apr 2023


Ebbene lo devo ammettere: la prima volta che vidi uno di questi pittogrammi mi fece venire in mente un comico degli anni ’80 travestito da un enorme coniglio rosa che si esibiva in una nota trasmissione televisiva (vedi figura 1). Chi è della mia annata forse se lo ricorda bene!

Figura 1.

Tranquilli: non sono impazzita! Anche se sembra una cosa assurda può succedere che, a volte, guardando semplicemente una foto il nostro inconscio ci riporta alla coscienza un’immagine dimenticata, di tutt’altra natura rispetto alla prima. Questa caratteristica della nostra psiche teniamola ben presente, perché ci sarà UTILE alla fine del nostro viaggio… per quanto possa sembrare surreale.


Dunque, queste intriganti e misteriose opere si trovano incise sulla parete rocciosa di arenaria di Sego Canyon, nello Utah, appena ad ovest del confine con il Colorado, negli Stati Uniti (1). Esse sono la testimonianza di antichissimi indigeni che occuparono la zona dal 6000 a.C. fino ad arrivare al 1800 d.C. producendo una vera e propria galleria d’arte all’aperto costituita da più di 80 figure a grandezza naturale. Davvero magnifico!

Il sito presenta TRE STILI PITTORICI diversi, poiché erano tre i gruppi tribali che vivevano nell'area: gli Utes, i Fremont e i popoli arcaici, che riprodussero le loro opere in un arco di tempo di quasi 8000 anni (2). Iniziamo insieme questa sorta di “viaggio artistico”.


1. I PITTOGRAMMI DI BARRIER CANYON, per intenderci quelli più noti a tutti, sono le forme artistiche più antiche eseguite tra il 6000 a.C. e il 2000 a.C., realizzate probabilmente da tribù nomadi di cacciatori-raccoglitori che vivevano in caverne e in piccoli rifugi. Questo stile artistico, definito Barrier Canyon style, riproduce grandi forme antropomorfe, di cui alcune sono alte quasi tre metri. Il segno distintivo di queste figure è lo sguardo vuoto oppure occhi mancanti, spesso l’assenza di braccia e gambe, marcature verticali sul corpo e strane raffigurazioni simili ad antenne (vedi figura 2).

Figura 2.

Queste immagini sono alcune delle forme più strane di arte rupestre viste nella zona. Quella più famosa, che buona parte di noi forse conoscono, è quella conosciuta come il SANTONE della Barriera Canyon (vedi figura 3).

Figura 3.

Altre immagini particolari sono i cosiddetti Buckhorn Wash Angels (vedi figura 4), che rappresentano delle figure forse dotate di ali che si estendono dai loro corpi (3).

Figura 4.

2. I PITTOGRAMMI DEGLI INDIANI FREMONT. Il popolo Fremont prosperò circa dal 600 d.C. e fino al 1250 d.C. e si dedicava principalmente all’agricoltura, all’artigianato, alla caccia, alla costruzione di case e impianti di stoccaggio del cibo. Essi vivevano in cascine semi-sedentarie e in piccoli villaggi, non hanno mai del tutto rinunciato alla caccia tradizionale. Rispetto al popolo precedente, i Fremont hanno aggiunto un proprio stile distintivo alle pareti rocciose (4). In particolare le loro incisioni rupestri raffigurano anche personaggi insoliti e sono caratterizzate da bordi spigolosi, teste quadrate o rettangolari talvolta decorate con copricapo, e gioielli e corpi triangolari (5) (vedi figura 5).

Figura 5.

3.I PETROGLIFI DEGLI INDIANI UTE. Si tratta delle ultime realizzazioni prodotte dai nativi americani dal 1300 fino al 1880 d.C., in particolare dal popolo Ute, la tribù indigena che ha dato il nome allo Utah. La datazione delle opere è stata determinata poiché alcune incisioni rappresentano uomini a cavallo, il che significa che sono state fatte dopo il 1493, ovvero quando Cristoforo Colombo, nel suo secondo viaggio nelle Americhe, portò i cavalli prima sconosciuti nell’attuale nord e sud America (6). Altre rappresentazioni sono dedicate a bisonti, figure antropomorfe e grandi cerchi ritenuti forse scudi, utilizzando i colori rosso e bianco (7) (vedi figura 6).

Figura 6.

Dopo questo interessante viaggio artistico, veniamo al bello. Che interpretazioni ci sono a tal proposito? Che significato potrebbero avere questi reperti?

I sostenitori della Teoria degli ANTICHI ASTRONAUTI suggeriscono che i pittogrammi di Barrier Canyon (vedi punto 1, figura 2) rappresentino delle entità extraterrestri, che giunsero sulla Terra in epoca arcaica. Questo lo dimostrerebbero le caratteristiche anatomiche realizzate dagli artisti dell’epoca, forse allo scopo di sottolineare appunto che alcuni esseri viventi presenti tra loro non erano umani (8).


Altri studiosi, al contrario, affermano che non si tratta di entità provenienti da altri mondi ma che è semplicemente arte sciamanica associata alle attività rituali dei popoli arcaici. Infatti l’ARCHEOLOGA americana Polly Schaafsma sostiene che le figure spesso incorporano simboli che rappresentano la loro vita quotidiana. La presenza di questi tipi di motivi relazionali figure/animale è considerata la prova che c’era una tradizione sciamanica viva, almeno per un certo periodo di tempo tra queste persone arcaiche occidentali. In particolare, come scrive Schaafsma in un articolo sulla simbologia dell'arte rupestre del Barrier Canyon:

"Con l'aiuto di divinità tutelari, di esseri divini o semi-divini, questi navigatori ultraterreni contattavano i poteri ancestrali e soprannaturali per la fertilità, la divinazione, la caccia di successo, le vittorie in battaglia e il controllo del tempo atmosferico" (9).

Rispetto a quanto si è detto, qualcuno potrebbe non essere convinto della spiegazione della dott.ssa Schaafsma poiché le figure hanno caratteristiche troppo insolite per essere delle semplici entità spirituali, come ad esempio: grandi occhi infossati, teste a forma triangolare o strane raffigurazioni simili ad antenne…

Per quanto mi riguarda ognuno è libero, ma proprio liberissimo, di credere a ciò che vuole, però a mio avviso bisogna tener conto di alcuni aspetti che possono influire su questo mistero: ad esempio, è bene considerare le possibili USANZE di un popolo. Di solito, nelle attività sciamaniche è previsto anche l’utilizzo di DROGHE, il che significa che la persona in trance forse era in uno stato di coscienza alterato caratterizzato da svariate allucinazioni…Pensiamo al Peyote, il cui uso era diffuso anche tra i nativi dell’attuale Utah (10) (11).

Lophophora williamsii J.M.Coult. nota comunemente come Peyote.

Oppure dobbiamo considerare anche che un disegno può essere interpretato diversamente in base alla cultura di riferimento. Faccio per dire: non è detto che quello che noi consideriamo “antenne” sia lo stesso oggetto che volevano rappresentare gli antichi indigeni. Mi chiedo: e se per questo popolo rappresentava qualcos’altro? COSA NE SAPPIAMO?

Inoltre, anch’io scherzosamente all’inizio scrissi che, guardando uno dei pittogrammi di Barrier Canyon lo associavo a quel comico vestito da coniglio.

Ma perché a me non è venuto in mente un alieno? Come per altre persone? Perché il mio inconscio “mi sforna” in automatico quella parte di repertorio culturale che mi è più familiare, che conosco di più. Con questa mia considerazione NON VOGLIO DIRE che per me il Santone, visto prima, era la rappresentazione di un coniglio, ma solo mettere in evidenza che quello che conosciamo meglio potrebbe erroneamente diventare la risposta istintiva ad un mistero ancora inspiegato.


Alla prossima.


Aria Shu



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Note dell’articolo:

(1)https://www.atlasobscura.com/places/sego-canyon-rock-art

(2)https://gaetaniumberto.wordpress.com/2014/05/06/i-petroglifi-di-sego-canyon-entita-spirituali-o-antichi-astronauti/

(6)https://www.atlasobscura.com/places/sego-canyon-rock-art

(7)https://gaetaniumberto.wordpress.com/2014/05/06/i-petroglifi-di-sego-canyon-entita-spirituali-o-antichi-astronauti/

(9) Dall’articolo online di Polly Schaafsma: http://npshistory.com/publications/cany/horseshoe-canyon-archeology.pdf parte del suo libro Indian Rock Art of the Southwest,



Fonti articolo:

-https://www.atlasobscura.com/places/sego-canyon-rock-art


-https://gaetaniumberto.wordpress.com/2014/05/06/i-petroglifi-di-sego-canyon-entita-spirituali-o-antichi-astronauti/



-Dall’articolo online di Polly Schaafsma: http://npshistory.com/publications/cany/horseshoe-canyon-archeology.pdf parte del suo libro Indian Rock Art of the Southwest,





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