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Immagine del redattoreAria Shu

IL MISTEROSO CASTELLO DI BARDI FU “TEATRO” DI UNA TRAGEDIA AMOROSA MA ANCHE DI EVENTI PARANORMALI

Aggiornamento: 7 nov 2023



Lo dico fin da subito: non sono una ragazza romantica e fin da piccola mi sono “sfamata” a FILM HORROR e DOLCETTI! Questo per dirvi che nel mio sito troverete poche storie d’amore strappa lacrime, anche se, per questa volta, farò un’eccezione!!

Ebbene oggi rimaniamo in Italia e precisamente nella provincia di Parma. Arroccato su un enorme sperone di roccia di diaspro rosso, posto al centro della valle del Ceno, si trova un edificio a dir poco meraviglioso: il Castello di Bardi, detto anche Castello Landi (1).

La realizzazione di questo castello si può collocare tra il IX e X secolo quando fu acquistato dal vescovo di Piacenza Everardo come RIFUGIO contro le scorribande degli Ungari (2) e nel 1257 la rocca passò alla famiglia Landi. Durante i quattro secoli di dominazione da parte di questi ultimi, la fortezza si ampliò e si trasformò divenendo un importante castello. In seguito, la struttura fu venduta al Ducato per poi passare nelle mani dei Borboni, dei Francesi e di nuovo ai Borboni e infine al Piemonte. Con l’Unità d’Italia e poi l’annessione dell'edificio al comune di Bardi, esso fu finalmente aperto al pubblico (3).

Nonostante esso abbia subito diversi passaggi di mani, comunque non ha subìto grosse modifiche.

Alcune parti del castello.

Questa rocca è un complesso circondato da mura, dotate di un cammino di ronda (4) cresciuto nel tempo intorno alla mole del mastio. Al suo interno è composto da vari edifici come ad esempio: la residenza, gli alloggi delle milizie, la cappella, la sala della tortura, con una corte interna. Inoltre possiede una sola torre rotonda che sporge da uno spigolo del palazzo (5).

Come ogni rocca che si rispetti non ha solo avuto abitanti terreni ma pare che tutt’ora vi siano anche quelli invisibili: sto parlando di fantasmi. Ma per comprendere bene la dinamica dei fatti partiamo dalla LEGGENDA che precede le presunte manifestazioni.

C’era una volta una bella fanciulla di nome Soleste, figlia del castellano, che, nonostante fosse promessa in sposa ad un feudatario proposto dal padre per motivi di interesse di quest’ultimo, era innamorata di Moroello, il comandante delle truppe. Un amore corrisposto ma fatto di incontri ovviamente clandestini, avvenuti grazie alla complicità della balia della giovane ragazza.


Ma la sfortuna, si sa, non tarda ad arrivare e si accanì contro la coppia di amanti, tanto che il comandante dovette partire insieme ai suoi soldati per difendere i confini dello stato. Soleste era solita raggiungere il punto più alto del mastio per controllare quando il suo amato sarebbe ritornato (6) e un giorno vide avvicinarsi un uomo a cavallo che indossava i colori del nemico. Pensando che fosse l'avversario venuto a castello per comunicare che Moroello era morto, dalla disperazione Soleste si suicida gettandosi dal mastio! Peccato che la persona in questione era in realtà il suo amante, il quale decise di indossare le insegne del nemico come simbolo di trofeo per la sua battaglia vinta (7). Quando poi il comandante vide Soleste morta, anche lui compì lo stesso drammatico gesto!

Ma i due giovani non “sparirono” del tutto e dopo il loro decesso, secondo vari racconti, sono accaduti STRANI EVENTI nel castello.

In particolare, i custodi dell’edificio hanno udito voci di persone e rulli di tamburi quando il castello era deserto mentre altre persone hanno sentito degli strani odori. Altre testimonianze sono state riportate da alcuni ospiti che hanno avuto l’opportunità di alloggiare nell’edificio. Ad esempio una coppia in viaggio di nozze ha riferito di essere stata accompagnata dal suonare incessante di un pianoforte per tutta la notte (8). Oppure qualche visitatore si è sentito sfiorare da correnti di aria fredda quando non dovevano essercene (9).

Tutte queste manifestazioni non hanno fatto altro che attirare l’attenzione di appassionati del paranormale e così, nel 1995, i due giornalisti Gianni Santi e Daniele Kalousi, interessati al caso, riuscirono a fotografare una forma instabile ed evanescente che si materializzò alle spalle di uno dei due (10).

La prima foto scattata al presunto fantasma di Bardi (1995).

La storia fece clamore e andò in onda sulle principali emittenti televisive italiane a tal punto che nel 1999 i due esperti di paranormale Daniele Gullà e Michele Dinicastro entrarono nella fortezza di Bardi accompagnati da due medium fiorentine, un biologo e alcuni tecnici di laboratorio dotati di strumentazione fra cui una termocamera sensibile a raggi infrarossi, ovvero uno strumento in grado di catturare le variazioni di temperatura all’interno di un ambiente (11).

I medium percepirono, ai piedi del mastio, una profonda sensazione di tristezza e uno di loro ha affermato addirittura di aver visto la figura di una donna disperata che passeggiava come in cerca di qualcuno. Mentre la termocamera fu capace, secondo i partecipanti alle indagini, di immortalare una SAGOMA che raffigurava distintamente un cavaliere in armatura con una ferita sul braccio sinistro (12).

La famigerata foto scattata alla presunta sagoma del cavaliere (1999).

Detta così, possiamo forse pensare che: 1. finalmente abbiamo delle prove autentiche rispetto agli eventi di natura spiritica; 2. i fantasmi esistono; 3. quindi c’è vita dopo la morte; 4. ci sono altre dimensioni; ecc., ecc., ecc.

E invece anche per questo caso misterioso non è detto… Lo so, rovino la festa, ma è bene cercare di “guardare” i fatti con un occhio più attento, diciamo. Innanzitutto vorrei dire due parole sulla leggenda. Mi spiace per i romanticoni ma non sono state trovate prove storiche sull’esistenza dei due personaggi, intendo di Soleste e Moroello (13) (14). Tra l’altro noto una certa somiglianza con la trama di Romeo e Giulietta riguardo al loro duplice suicidio. Un indizio che istintivamente mi stride e che mi fa dubitare dell’autenticità del racconto anche se so che può succedere.


Ma parliamo del fatto più succulento: la foto che rappresenta il fantasma del cavaliere con la ferita sul braccio. Alcuni scienziati hanno condotto qualche esame sull'immagine e hanno concluso che in realtà la figura umana diventa più o meno RICONOSCIBILE solo quando viene rielaborata a falsi colori mentre, nella foto originale, non manipolata, è presente una macchia informe (15) (16).

A questo punto mi viene da pensare: se la foto riportasse veramente una figura umana ben visibile, se si è convinti veramente di quello che si vede, allora perché modificarla? Non sarebbe necessario… Tra l’altro è bene precisare che lo strumento usato (la termocamera) registra semplicemente le DIFFERENZE di temperatura e quindi la singolare figura potrebbe essere stata originata da una corrente d’aria calda o da altri fenomeni “normali” (17).

Questa mia considerazione non vuole assolutamente attaccare chi ci crede o dire certamente che i fantasmi non esistono. Assolutamente no! Dico solo che quando abbiamo delle foto, delle presunte prove che sembrano attestare la presenza di un’entità, state attenti se, ad esempio, vengono modificate; se siamo vittima della pareidolia, oppure di possibili suggestioni.

Sempre con rispetto…


Alla prossima.

Aria Shu.




Copyright © 2022-2023, “www.mondidiaria.com” – Tutti i diritti riservati.



Note dell’articolo:

(1) Il borgo nacque molto probabilmente come insediamento barbarico all’epoca delle prime occupazioni. Infatti, il nome Bardi deriva da Longobardi.

(4) Il cammino di ronda è un camminamento rialzato nascosto dietro alla merlatura.

(9) Ciampoli S., Misteri svelati. Viaggio razionale tra i classici dell’ignoto, Cicap, 2017, p. 88.

(13) Ciampoli S., Misteri svelati. Viaggio razionale tra i classici dell’ignoto, Cicap, 2017, p. 89.

(14) Articolo online di Silvano Fuso: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=272872

(15) Ciampoli S., Misteri svelati. Viaggio razionale tra i classici dell’ignoto, Cicap, 2017, p. 89.

(16) Per ulteriori approfondimenti leggete l’articolo online scritto da Silvano Fuso: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=272872

(17) Articolo online di Silvano Fuso: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=272872



Fonti articolo:

-Ciampoli S., Misteri svelati. Viaggio razionale tra i classici dell’ignoto, Cicap, 2017.

- Ciampoli S., Misteri svelati. Viaggio razionale tra i classici dell’ignoto, Cicap, 2017.

- Articolo online di Silvano Fuso: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=272872



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