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Immagine del redattoreAria Shu

IL QUADRATO MAGICO DEL SATOR: CONTIENE SEMPLICI PAROLE O NASCONDE UN POTENTE AMULETO?

Aggiornamento: 2 mag 2023


Quadrato del Sator a "scacchi".

Ammetto che la prima volta che ho visto il Quadrato del Sator, non sapevo da dove avrei iniziato a leggere e se l’avessi poi fatto nel senso giusto. È un oggetto curioso, che mi fa pensare ad una sorta di talismano o di AMULETO su cui sono incise scritte criptiche, quasi “alchemiche”, avvolto quindi da un significato forse oscuro.

Ebbene le mie prime impressioni non erano tanto sbagliate poiché ancora oggi non si conosce il suo reale significato ed è questo che lo rende così misterioso quasi da sembrare un GIOCO di enigmistica da risolvere.

Innanzitutto, come possiamo notare, il reperto in questione è di forma quadrata, una struttura che, se vogliamo, ha la funzione di contenere un “qualcosa”, a prescindere che siano lettere o numeri. Infatti, proprio per le sue caratteristiche di “CHIUSURA”, potrebbe voler comunicare simbolicamente un istante immobile, solido, di protezione o di difesa verso l’esterno (1).

Il quadrato del Sator assomiglia ad altri reperti archeologici, ossia ai quadrati magici solo che, questi ultimi, al posto delle lettere hanno i numeri, la cui somma, sia che la facciamo in orizzontale, in verticale e in diagonale, offre sempre lo stesso risultato (2), chiamato “COSTANTE MAGICA(3).

In questo caso il numero magico è 15.

Un numero che va oltre il semplice gioco aritmetico in quanto i numeri “si caricano” di significati allegorici, diventando portatori di un messaggio più o meno nascosto. Il più antico quadrato magico è il Lo Shu (ossia: Lo scritto del fiume Lo), risalente al terzo millennio a.C. e considerato simbolo potentissimo che racchiudeva, appunto grazie alla sua forma, il SEGRETO DELLA VITA. Anche in Occidente vi sono molti esempi di quadrati magici che nascondono significati cabalistici ed esoterici. Ad esempio nella storia dell’arte il più famoso di tutti appare nella Melancolia I di Albert Dürer (1514) ed è legato all’alchimia (4).


Ma torniamo al PROTAGONISTA della situazione: il Quadrato del Sator. Il primo reperto archeologico è stato scoperto nel 1925 a Pompei su una colonna della casa di Publio Paquio Proculo. Esso risale a poco prima del 79 d.C. ossia è antecedente all’eruzione del Vesuvio. Si è poi diffuso in Italia e in Europa, in zone tra cui ad esempio: su una parete del Castel Mareccio (Bolzano), sulla Fortezza di Brusaporto (Bergamo), sul Duomo di Siena, nell’Abbazia di Valvisciolo a Sermoneta (Latina), nella certosa di Trisulti di Sant’Orso ad Aosta (5) oppure a Cirencester in Inghilterra, nel castello di Rochemure, a Oppède, a Puy-en-Velay nella cappella di Saint-Claire, a Santiago di Compostela, ad Altofen in Ungheria, a Riva San Vitale in Svizzera (6) oppure fu inciso su particolari oggetti come sul “teschio del giuramento” (7).


Duomo di Siena-Cattedrale di Santa Maria Assunta e il “teschio del testamento".

Ma che particolarità ha questo QUADRATO MAGICO che contiene lettere, anziché numeri?

Ebbene all’interno, esso è composto da 5 parole ciascuna di 5 lettere. La sua caratteristica consiste nel fatto che, sovrapponendo una parola all’altra, si ottiene una frase palindroma, ossia che rimane invariata sia che venga letta da sinistra a destra sia viceversa (8). Se lo leggiamo con il tradizionale sistema latino da sinistra a destra e dall’alto in basso, risulta la frase: SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS, che può avere molti significati (9). Inoltre, se prendiamo la frase nella sua interezza, anch’essa risulta sorprendentemente palindroma. Partendo dall’ultima parola: ROTAS, letta al contrario risulta SATOR, come la prima oppure la penultima, OPERA, risulta AREPO, come la seconda, e così via (10).

Il Quadrato del Sator a Oppède.

Ma che cosa significa questa frase? Ancora oggi rimane un mistero poiché il suo significato si è perso nel tempo. Se vi può consolare, essendo un reperto che appare come un gioco enigmistico, in tante persone hanno tentato di fornire delle ipotesi, e lo potete fare anche voi. Vediamone alcune.


1.Come ho scritto prima se leggiamo il Quadrato con il tradizionale sistema latino, la parola SATOR è considerata il soggetto della frase e viene tradotta come Seminatore in senso agricolo, o forse Creatore, inteso come una divinità creatrice o come padre. In questo caso non vi sono molti dubbi, la traduzione è all’incirca questa.

Al contrario, invece, il vero problema è AREPO, la cui origine e significato sono tutt’oggi sconosciuti e rappresenta un vero rompicapo per i paleografi (11). La prima possibile interpretazione è quella che sia un nome proprio di persona anche se personalmente nutro dei forti dubbi poiché non esistono altri scritti che riportano questo nome. Quindi si sono formulate altre ipotesi rispetto a questa parola:

nel glossario del latino medievale dello storico, linguista e filologo francese Du Cange (12), esiste la parola aripus, interpretata come gladius falcatus, cioè arma/attrezzo detta harpe (dal greco antico ἅρπη), uno strumento che veniva associato a Saturno, protettore dell’agricoltura (13). Quindi “Sator Arepo” sarebbe il Seminatore (Saturno) con la roncola (14).

Per quanto riguarda le altre tre parole finali, esse sono le più semplici perché siamo sicuri del loro significato: TENET, considerato il cardine della frase (Vedi figura sotto), significa "tiene", "regge", "guida"; OPERA potrebbe significare "con cura"; ROTAS indica le “ruote”. Quindi la frase POTREBBE essere tradotta così:

1.Nel caso in cui Arepo fosse una persona: “Il Seminatore Arepo guida con cura le ruote”;

2.Nel caso in cui Arepo fosse una roncola: “Il Seminatore con la roncola guida con cura le ruote”.

TENET considerato il cardine della frase.

2.Altra ipotesi è che le parole potrebbero essere degli ACRONIMI e quindi nascondere dei significati complessi. Ad esempio Arepo potrebbe essere Aeternus Rex Excelsus Pater Omnipotens (“Eterno re eccelso, Padre Onnipotente”), e tenet potrebbe essere Tota Essentia Numero Est Tracta (“L’intera essenza è ottenuta con il numero”) o Tecta Erat Nocte Exordio Terra (“In principio la Terra era ricoperta dalle tenebre”) (15). Insomma potete sbizzarrirvi!


3. Il Quadrato potrebbe essere ANAGRAMMATO ossia le parole sostituite da altre, pur mantenendo le stesse lettere in posizione scambiata.

Come ho detto precedentemente il primo reperto del Quadrato di Sator è stato trovato a Pompei, prima dell’eruzione del Vesuvio, ossia quando il cristianesimo si era da poco diffuso nel nostro Paese (16). Questo per dire che il reperto è stato realizzato da colui o coloro che erano di religione cristiana. Se anagrammato, dalle lettere si ottiene due volte la parola PATERNOSTER, incrociandola sulla N anche se avanzano le lettere “A” e “O” che potrebbero rappresentare Alfa e Omega; forse per indicare il principio e la fine.

Un’interpretazione che non mi convince per niente… Mi “puzza” da forzatura.


4. Il Quadrato del Sator potrebbe essere un augurio di FORTUNA e prosperità in grado di allontanare il malocchio, qualcosa di scaramantico. Questa ipotesi deriva dal fatto che, in alcune pergamene medievali di chiese e scritti di diverso impiego, il quadrato aveva la funzione benaugurante ad esempio per un parto, per far catturare un criminale, per migliorare i raccolti, ecc. (17). Un amuleto contro il malocchio, da utilizzare nel momento del bisogno.


Queste sono solo alcune delle ipotesi che vanno più in voga ma ovviamente anch’io vorrei dire la mia, che si avvicina pressappoco all’ultima supposizione.

Mi sembra di capire che la parola Arepo è quella che crea maggiore difficoltà nell’interpretare il Quadrato di Sator poiché non c’è traccia sulle sue origini e quindi nemmeno sul suo significato. Rispetto a questa lacuna io mi chiedo: potrebbe essere che ancora oggi non si sono trovati reperti a riguardo o si è perso “un pezzo per strada”? Il fatto che non ci siano indizi su una tal parola NON SIGNIFICA CHE non esistono, forse è perché non li abbiamo ancora trovati oppure sono andati perduti. Quindi mancherebbe solo un tassello per avere un “quadro” più completo del mistero poiché, a mio parere, già si potrebbe comprendere un po’ il senso del reperto. Nello specifico potrei spiegarlo, in modo grossolano, così: un Creatore, un Dio, che ha cura, guida e protegge ciò che ha creato.


Rimango comunque dell’idea che ho esposto inizialmente: il Quadrato del Sator per me è una sorta di AMULETO di protezione divina, a prescindere da chi sia la divinità in questione, che difende il luogo su sui è posto. Non a caso la forma in cui sono contenute le parole è quadrata e, come ho detto all’inizio, già potrebbe indicare una posizione di stabilità, di fermezza, ma anche di chiusura verso l’esterno; come dire: “Altolà! Qui siamo protetti da Dio”.


Alla prossima.

Aria Shu.



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Note dell’articolo:

(5) Polidoro, M. & Bongiorni, F., Atlante dei luoghi misteriosi d’Italia, Bompiani, Milano, 2018, p. 45.

(7) Esso risale al XVI secolo su cui gli imputati prestavano giuramento nei tribunali vehmici (ossia sistema giudiziario attivo durante il medioevo in Vestfalia, nell'attuale Germania).

(8) Polidoro, M. & Bongiorni, F., Atlante dei luoghi misteriosi d’Italia, Bompiani, Milano, 2018, p. 45.

(11) Studio delle caratteristiche e dell'evoluzione delle prime forme di scrittura.

(14) Ovidio chiama Saturno falcifer deus (Fasti, I, 234).



Fonti articolo:




-Polidoro, M. & Bongiorni, F., Atlante dei luoghi misteriosi d'Italia, Bompiani, Milano, 2018.





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