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Immagine del redattoreAria Shu

IN PERÙ, VI ERANO I GUERRIERI DELLE NUVOLE: PERSONE DAI TRATTI EUROPEI E DAI RITUALI INSOLITI

Aggiornamento: 21 feb 2023


Ammetto che la prima cosa che ha colpito la mia attenzione nel trattare questo misterioso popolo è il soprannome che gli è stato attribuito, ossia i “Guerrieri delle Nuvole”. Una sorta di paradosso tra due parole, di cui: la prima mi fa pensare a un uomo rude, dal carattere BELLICOSO, mentre la seconda parola mi ricorda un qualcosa di “MORBIDO”, tenero, quasi di paradisiaco. Due termini, se vogliamo, molto contrastanti tra loro.

Eppure questo era il modo con cui gli Incas chiamavano questo popolo, oltre che Chachapoyas (forse “genti delle nubi”). In parte l’appellativo di “guerrieri” gli era stato attribuito per il loro rifiuto alla sottomissione mostrata verso i conquistatori. Si narra, infatti, che gli Incas, quando occuparono la loro terra prima dell'arrivo degli spagnoli, ebbero continue resistenze da parte di questi indigeni, i quali diedero loro del filo da torcere (1). Mentre per l’altra parte del soprannome, “nubi” o “nuvole”, penso che gli Incas si riferissero al luogo in cui abitavano. Se, come abbiamo visto in più articoli di questo blog (2), molti popoli del passato abitavano nei SOTTERRANEI sicuramente anche per motivi difensivi, altri invece hanno scelto di vivere nel “MONDO DI SOPRA” o, come si suol dire, sul “Cucuzzolo della Montagna”, tra le foreste nebbiose; probabilmente per le stesse motivazioni di chi vive nel “MONDO DI SOTTO”.

In particolare i Chachapoyas, risalenti a circa l’800 d.C. (3), abitavano nella regione di Amazonas del Perù odierno, a 2000 metri di altezza, in un luogo quasi irraggiungibile. Più difensivo di così! Purtroppo si sa poco su questa etnia, ma molte informazioni che ci sono giunte derivano dagli Incas, dai Conquistadores e ovviamente dalle scoperte di vasellame, tombe e altri manufatti rinvenuti in affascinanti siti archeologici (4).

A tal proposito, infatti, uno dei siti archeologici più straordinari di questo popolo, oltre a Kuèlap e Gran Pajáten, è quello di KARAJIA, scoperto nel 1985 dall'archeologo peruviano Federico Kauffmann. In questo luogo vi sono dei sarcofagi raggruppati e allineati chiamati purunmachus (5).

Ciascun sarcofago ricorda il contorno di un corpo umano, ma il suo aspetto somiglia a una grande CAPSULA, alta 2,5 metri e realizzata impastando argilla, piccole pietre, paglia e scarti di legno. L’interno veniva usato per la sepoltura di MUMMIE di persone importanti. Esse venivano fatte svuotando i corpi delle viscere e poi avvolgendo il cadavere in tessuti fatti di sottili canne legate con la corda in posizione fetale o comunque verticale. Alcuni sepolcri sono stati dipinti di bianco, mentre le tuniche e gli organi genitali venivano decorati con pigmenti giallo ocra e rossi. Essi sono molto particolari poiché in cima alle loro teste d’argilla ci sono dei TESCHI umani, forse trofei di guerra (6). Secondo la datazione al radiocarbonio, i sarcofagi risalgono al XV secolo, di poco precedenti alla conquista degli Inca (7).

Molte mummie sono state scoperte nelle vicinanze della laguna dei Condor e precisamente 217, poi preservate nel museo di Leymebamba (8). Nei loculi sono stati trovati anche ceramiche, tessuti, sculture in legno, vestiti, argento, ornamenti personali e persino oggetti cerimoniali usati nei loro rituali che ci forniscono ulteriori informazioni riguardanti questo popolo di guerrieri (9). Una particolarità che mi ha lasciato perplessa è l’espressione e la posizione con cui sono state mummificate queste persone. Abituata alla “posizione regale” delle mummie d’Egitto, queste sono tutt’altro che rassicuranti. Come potete notare, in generale, alcune mummie sembra che vogliano comunicare il TERRORE, la paura della morte e lo si può notare, in particolare, in quella scoperta nel 2007 in una caverna delle Ande. Sul volto mostra chiaramente una smorfia di dolore, sottolineata anche dalle mani che coprono i suoi occhi.

Mummia egizia regale VS mummia peruviana

Ma niente paura: qualcun altro obietta sostenendo che tale posizione sia causata solo dal tempo trascorso (10). Certo è che il modo con cui sono stati messi i defunti dopo il trapasso la dice lunga anche sulla visione della morte che avevano i Chachapoyas! Se chi ha mummificato i corpi voleva comunicare il terrore della morte o qualcosa di simile, mi verrebbe da pensare che forse ne avessero una concezione alquanto pessimista, dovuta allo stile di vita così CRUENTO dei guerrieri. Un po' come gli Assiri, i quali, con il loro stile di vita feroce e violento, avevano non a caso un’ampia classificazione demonologica oltre che un Aldilà molto lugubre!

Infatti una delle caratteristiche di questo popolo era che cacciavano teste dei nemici e che le tenevano come trofei o le esponevano sopra i sarcofagi come abbiamo visto in precedenza. Inoltre, erano anche agricoltori e tessitori ma indubbiamente, come abbiamo già visto, erano anche dediti ai rituali funebri, molto particolari nel loro genere (11).

Ma arriviamo al mistero! Com’erano queste “Genti delle nuvole”? Ebbene, “rovistando” tra vari blog alcuni autori sostengono che fossero persone alte, bionde, con pelle molto chiara e quindi probabilmente ORIGINARI dell'Europa. Ipotesi molto affascinante e ingarbugliata, ma sarà veramente così? Per ora non si sa, però, non essendoci certezza preferisco, come sempre, adottare un approccio più moderato. Sono più propensa a credere che, invece, fossero persone dalla pelle chiara RISPETTO agli altri nativi della regione. Poi anche se dovessero somigliare agli europei non è detto che lo fossero, fin a prova contraria.

Oltre a questo aspetto misterioso, i Chachapoyas hanno una cultura differente a quella della regione amazzonica e si pensa si avvicinino di più, invece, a quella ANDINA. Infatti i sarcofagi antropomorfi sono simili alle imitazioni degli oggetti funerari tipici della cultura di Huari. I "mausolei" potrebbero essere forme modificate del chullpa o pucullo, ossia elementi di architettura funeraria che di solito sono presenti nelle culture andine, specialmente Huari e Tiahuanaco.

É probabile che l'espansione all'interno delle Ande amazzoniche sia stata spinta dal desiderio di avere più terra da arare per il proprio SOSTENTAMENTO e, poiché gli ambienti delle Ande e della regione costiera erano troppo desertificati, la popolazione fu costretta ad andarsene (12).

Quindi potrebbe essere che i Chachapoyas fossero migranti e questo spiegherebbe la ragione per cui sono fisicamente e culturalmente diversi rispetto alla gente del posto.

A volte sono le spiegazioni più semplici a svelare un mistero complesso.


Alla prossima.

Aria Shu.


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Note dell’articolo:

(3) Anche se i ritrovamenti archeologici indicano che vi fossero insediamenti nella regione già a partire dal 200 d.C. o forse prima, ma questa cultura iniziò a emergere intorno all'800 d.C.

(12) John Hemming, Conquest of the Incas, Harcourt 1970; Muscutt, Keith, Warriors of the Clouds, Albuquerque, University of New Mexico Press, 1998; Savoy, Gene, Antisuyo: The Search for the Lost Cities of the Andes, Simon & Schuster 1970.



Fonti articolo:





-John Hemming, Conquest of the Incas, Harcourt 1970; Muscutt, Keith, Warriors of the Clouds, Albuquerque, University of New Mexico Press, 1998; Savoy, Gene, Antisuyo: The Search for the Lost Cities of the Andes, Simon & Schuster 1970.



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