Quand’ero bambina mi ricordo che desideravo fortemente viaggiare in ALTRI MONDI o scovare degli “ingressi” che mi avrebbero portato in luoghi lontani. Ebbene, di “porte” fisiche che immaginariamente conducono a “mondi misteriosi” ne abbiamo svariati esempi, ma quello che ha attirato la mia attenzione è la Porta Alchemica, detta anche Porta Magica o Porta Ermetica o Porta dei Cieli a Roma. Essa si trova nel cuore dei giardini di piazza Vittorio Emanuele II, vicino al Ninfeo, una struttura in laterizio edificata per volere dell’imperatore Alessandro Severo (inizi III secolo d.C.), che fungeva da castello di distribuzione dell’acqua.
Ma la cosa che mi lascia perplessa è che la porta è MURATA!! Non lo trovate strano? Infatti questo reperto non si trova nel suo contesto originale (1) e per scoprire dove era, bisogna fare un salto indietro nel tempo e arrivare fino alla seconda metà del ‘600, ossia quando tutta la zona era aperta campagna, fuori dalle mura cittadine, e qui fu edificata la maestosa villa del marchese Massimiliano Palombara (1614-1685). Il nobile era un uomo di lettere e di raffinata cultura, si mormora avesse una sorta di LATO OSCURO della personalità che lo avvicinò all’occultismo e alla magia (2) (3).
Ma parliamo della protagonista in questione. In origine la Porta faceva parte di uno dei cinque ingressi esterni alla villa, conduceva a un giardino, dove vi era il laboratorio alchemico del nobile. Infatti questo magnifico parco non aveva il classico scopo di accogliere piante e fiori ma la sua funzione era ben altra. Esso era organizzato in aiuole ma SUDDIVISO IN AREE al cui interno vi erano delle sculture simboliche. Varcare quindi la Porta era come entrare in un mondo parallelo, in cui accrescere la propria consapevolezza di esseri umani e fare un percorso simbolico di avvicinamento a una forma di conoscenza pura e superiore.
Infatti questo reperto fu costruito tra il 1655 e il 1681 a seguito di un leggendario episodio! E qui viene il bello!
Si narra di un pellegrino misterioso (forse l’alchimista, medico e avventuriero italiano Francesco Giuseppe Borri), che, ospitato nella villa del marchese per diversi giorni, ha provato, nel suo laboratorio alchemico, a trasmutare (4) una sostanza inerte in oro (5). Ma un giorno l’ospite era sparito dimenticando un taccuino dove aveva scritto in un linguaggio a lui incomprensibile, fatto di segni, grafici, bizzarre immagini e una specie di alfabeto mai visto. Erano arcane metafore e rebus così complicati da decifrare che nessuno fu in grado di farlo.
Questo però non era il solo mistero: il marchese si accorse che, una volta giunto sulla soglia della famosa porta del giardino, l’ospite aveva lasciato dietro di sé delle pagliuzze d’oro; e questo lo fece quasi andare fuori di senno!!! Molti pensieri affliggevano Palombara: forse quell’accaduto era la conferma che l’alchimista era riuscito nell’intento e che, quindi, le scritte incise sul diario fossero le istruzioni per la realizzazione della PIETRA FILOSOFALE? (6) (7)
Inoltre le foglie d’oro trovate per terra, in prossimità dell’ingresso della porta, potevano essere la prova schiacciante che quello non era un normale accesso, ma un passaggio simbolico? L’alchimista era riuscito davvero ad attraversare il confine della conoscenza? E se sì, dov’era andato? Perché era scomparso? Queste e molte altre domande non abbandonarono mai più la mente del marchese che, sentendosi smarrito, fece incidere quegli strani simboli sui frontoni con la speranza che tra i suoi ospiti ci fosse qualcuno che potesse aiutarlo a DECIFRARLI (8). Infatti, l’archeologo e storico romano Francesco Cancellieri tentò un primitivo approccio allo studio delle strane incisioni ma, leggendo ciò che scrisse in merito, quello che emerge è una sorta di diffusa e ironica rassegnazione (9).
Nel 1873 Villa Palombara, così come le ville adiacenti, fu demolita per poter dare il via alla nuova progettazione urbanistica del colle Esquilino e del nuovo quartiere, che assunse l’aspetto odierno.
FATTO STRANO è che distrussero tutto salvo la Porta, che venne smontata e poi riassemblata nei giardini di piazza Vittorio Emanuele II. In particolare essa è formata da quattro blocchi di calcare appenninico incastonato in un muro di terra e tufo ed è sovrastata dal medaglione circolare posto sull’architrave, e due frontoni su cui sono appunto incise le strane scritte. Solo in seguito, a fianco della Porta vennero posizionate due grottesche statue raffiguranti il DIO BES (10), rinvenute nei pressi del colle Quirinale, dove nell’antichità sorgeva un grande tempio dedicato alle divinità egizie Iside e Serapide (11), importate dopo la conquista dell’Egitto da parte di Ottaviano (12).
Per quanto riguarda l’iscrizione che si trova sulla Porta, ben visibile e concreta, tutt’oggi rimane ancora il mistero riguardo al suo effettivo significato.
Beh insomma, che dite? Proviamo anche noi a GUARDARE I SIMBOLI??? Prendiamola come un “gioco”, ovviamente.
Il MEDAGLIONE CIRCOLARE (Fig. 1): esso compare anche sul frontespizio dell'Aureum Seculum Redivivum (Francoforte, 1677), un trattato del filosofo Hinricus Madathanus appartenente alla corrente esoterica dei Rosa-Croce (13), corrente di cui, come ho scritto in nota, il marchese era membro. Ma andiamo più nel dettaglio!
Nella cornice esterna del bassorilievo circolare troviamo un'epigrafe in cui è espresso il concetto della Trinità:
“TRIA SUNT MIRABILIA DEUS ET HOMO
MATER ET VIRGO TRINUS ET UNUS”
(Tre sono le cose da ammirare: Dio e Uomo, Madre e Vergine; Trino ed Uno) (14).
All’interno del medaglione vi è l’intersezione di due triangoli, l’uno inverso all’altro, ossia un esagramma della stella a sei punte; forse simbolo della perfetta complementarità dei principi opposti, di acqua e fuoco, di spirito e materia.
Sulla parte inferiore del sigillo, vi è un cerchio più piccolo con la scritta "centrum in trigono centri" sormontato dalla croce dei quattro elementi e recante al centro il simbolo alchemico del Sole e dell'oro.
Sotto al medaglione troviamo una SCRITTA IN EBRAICO (Fig. 2), che è l'invocazione allo Spirito Santo: “Ruah Elohim” ossia rivolta alla Divinità prima di accingersi alla trasmutazione. Da sottolineare che lo Spirito Santo degli alchimisti corrisponde a Mercurio, che governa e tiene sotto il suo potere ogni trasformazione (15).
Poi sotto la scritta in ebraico segue un AVVERTIMENTO (Fig. 3):
“HORTI MAGICI INGRESSUM HESPERIUS
CUSTODIT DRACO ET SINE ALCIDE
COLCHICAS DELICIAS NON GUSTASSET IASON”
(Il drago delle Esperidi custodisce l'ingresso
del magico giardino e senza Alcide
Giasone non avrebbe assaporato le delizie della Colchide) (16).
Potremmo interpretarla così: non si entra nel Giardino delle Esperidi, cioè attraverso la porta, senza uccidere il drago che ne sta a guardia. Questa frase probabilmente significa che prima di operare, bisogna aver domato le proprie passioni e i propri istinti (rappresentati appunto dal drago), con la forza della volontà.
Lungo gli STIPITI (Fig. 4) sono incisi dei simboli alchemici, tratti dal testo "Commentatio de Pharmaco Catholico" scritto in tedesco dal sofista e maestro illuminato Johan de Monte-Snyder, incluso nell’opera più famosa dell’alchimia: "Chymica Vannus" datata al 1666.
I SIMBOLI, le FRASI e le loro INTERPRETAZIONI sono riassunti nella tabella seguente (17)
Sul piano della soglia è l'ISCRIZIONE: SI SEDES NON IS (Se ti siedi, non procedi), che può anche essere letta al contrario, SI NON SEDES IS (Se non ti siedi, procedi) (Fig. 6). Si tratta di un invito a non indugiare, a non perdere tempo, ma ad agire. La finalità delle azioni suggerite deve essere rivolta al bene, soprattutto degli altri, come recita l'ISCRIZIONE FINALE (Fig. 6), che conclude il viaggio ermetico, accompagnata dal simbolo della Monade (Fig. 5) (18):
“EST OPUS OCCULTUM VERI SOPHI APERIRE TERRAM
UT GERMINET SALUTEM PRO POPULO”
(È opera occulta del vero sapiente aprire la terra
affinché germini la salvezza per il popolo) (Fig. 6) (19).
Ebbene, dopo questo viaggio all’insegna dell’alchimia, tenendo conto delle formule riportate e dell’originale posizione della Porta, si è portati a pensare che l’oggetto in questione non sia solo una porta che conduce ad un luogo fisico, che come abbiamo visto era il laboratorio, ma possa essere un accesso simbolico alla dimensione di un Sapere Superiore a cui non tutti possiamo accedere.
Se fosse così mi verrebbe da dire: “per fortuna”, vista la bramosia della natura umana.
Alla prossima.
Aria Shu
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Note dell’articolo:
(1)Barandoni, C., I misteri dell'archeologia. Storia e segreti. Dalle piramidi a Stonehenge dalle sette meraviglie del mondo alla Sindone, Newton Compton Editori, Roma, 2016, Kindle.
(2)Barandoni, C., I misteri dell'archeologia. Storia e segreti. Dalle piramidi a Stonehenge dalle sette meraviglie del mondo alla Sindone, Newton Compton Editori, Roma, 2016, Kindle.
(3) Il marchese, oltre a essere un appassionato di alchimia, era membro dei Rosacroce, presunta società segreta fondata nel xiv secolo da Christian Rosenkreuz (ossia Rosa + Croce); (Barandoni, C., I misteri dell'archeologia. Storia e segreti. Dalle piramidi a Stonehenge dalle sette meraviglie del mondo alla Sindone, Newton Compton Editori, Roma, 2016, Kindle).
(4) Per l'alchimia, la trasmutazione è la conversione di un elemento chimico in un altro. Questo concetto è applicato con caratteristiche proprie anche nella genetica e nella fisica nucleare.
(5) Articolo di Licia Rosi https://www.prolocoroma.it/la-porta-magica-di-piazza-vittorio-a-roma/
(6)Per gli alchimisti, se la pietra è rossa avrebbe ha il potere di trasformare i metalli in oro, se è bianca in argento (https://it.wikipedia.org/wiki/Pietra_filosofale)
(7)Articolo di Licia Rosi https://www.prolocoroma.it/la-porta-magica-di-piazza-vittorio-a-roma/
(8) Barandoni, C., I misteri dell'archeologia. Storia e segreti. Dalle piramidi a Stonehenge dalle sette meraviglie del mondo alla Sindone, Newton Compton Editori, Roma, 2016, Kindle.
(9) Polidoro, M. & Bongiorni, F., Atlante dei luoghi misteriosi d'Italia, Bompiani, Milano, 2018, p. 92.
(10) Tale divinità era benefica, tutelare della casa e del sonno, considerato anche il patrono dell’iniziazione misterica, il “Guardiano della Porta” poiché bes significa “iniziare, introdurre” (Russo Pavan, A., Iniziazione ai Culti Egizi. Divinità, simboli, rituali, magia, amuleti, invocazioni, Edizioni Mediterranee nella coll. Iniziazione, Roma, 2000, p. 49).
(11) Barandoni, C., I misteri dell'archeologia. Storia e segreti. Dalle piramidi a Stonehenge dalle sette meraviglie del mondo alla Sindone, Newton Compton Editori, Roma, 2016, Kindle.
(12) Articolo di Nica Fiori, link: https://www.aboutartonline.com/la-porta-alchemica-del-marchese-palombara-a-p-za-vittorio-banco-di-prova-per-tutti-i-cultori-di-simbologia-ed-ermetismo/
(13) https://www.angolohermes.com/luoghi/lazio/roma/Esquilino/PortaMagica.html
(14) https://www.angolohermes.com/luoghi/lazio/roma/Esquilino/PortaMagica.html
(15) Articolo di Nica Fiori, link: https://www.aboutartonline.com/la-porta-alchemica-del-marchese-palombara-a-p-za-vittorio-banco-di-prova-per-tutti-i-cultori-di-simbologia-ed-ermetismo/
(17) https://www.angolohermes.com/luoghi/lazio/roma/Esquilino/PortaMagica.html; Articolo "La magia di una porta", di Anna Maria Partini, pubblicato sulla rivista "Hera" n° 12, Dicembre 2000.
(18) Entità unitaria, semplice, indivisibile.
(19) https://www.angolohermes.com/luoghi/lazio/roma/Esquilino/PortaMagica.html
Fonti articolo:
-Barandoni, C., I misteri dell'archeologia. Storia e segreti. Dalle piramidi a Stonehenge dalle sette meraviglie del mondo
-Articolo di Licia Rosi https://www.prolocoroma.it/la-porta-magica-di-piazza-vittorio-a-roma/
-Polidoro, M. & Bongiorni, F., Atlante dei luoghi misteriosi d'Italia, Bompiani, Milano, 2018.
-Russo Pavan, A., Iniziazione ai Culti Egizi. Divinità, simboli, rituali, magia, amuleti, invocazioni, Edizioni Mediterranee nella coll. Iniziazione, Roma, 2000.
-Articolo di Nica Fiori, link: https://www.aboutartonline.com/la-porta-alchemica-del-marchese-palombara-a-p-za-vittorio-banco-di-prova-per-tutti-i-cultori-di-simbologia-ed-ermetismo/
-https://www.angolohermes.com/luoghi/lazio/roma/Esquilino/PortaMagica.html
-Articolo "La magia di una porta", di Anna Maria Partini, pubblicato sulla rivista "Hera" n° 12, Dicembre 2000;
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