Di solito siamo abituati a pensare a Parigi come la città dell’amore, affascinante e ROMANTICA ma allo stesso tempo avvolta da una scintillante leggerezza. Eppure questa meraviglia francese, conosciuta come la Ville Lumière (città delle luci), ha anche il suo LATO OSCURO che scorre sotto marciapiedi, palazzi e monumenti.
Ebbene, situato sotto la piazza Denfert-Rochereau, dove prima vi era la porta della città Barrière d'Enfer (Barriera d’Inferno), si trova un luogo alquanto curioso, intrigante e macabro. Si tratta delle catacombe di Parigi, nome ufficiale Ossuaire Municipal, ma conosciute come IMPERO DELLA MORTE, dove sono alloggiati circa 6 MILIONI DI DEFUNTI che ne fanno la necropoli più grande del mondo (1).
In origine, al posto delle catacombe vi erano delle cave di pietra che venivano sfruttate fin dall’epoca gallo-romana per costruire buona parte di quei monumenti ed edifici che oggi rendono Parigi una città unica al mondo. Poi però nel XV secolo furono abbandonate poiché il loro continuo utilizzo avrebbe provocato NUMEROSI CROLLI in alcune parti della capitale francese (2). Ma la vera storia delle catacombe risale alla fine del XVIII secolo, quando a causa del diffondersi delle epidemie e di conseguenza della saturazione di alcuni cimiteri, il Consiglio di Stato decise di trasferire le ossa, conservate nelle fosse comuni, in queste cave sotterranee. Da allora e per cent’anni, tali resti furono ordinati, accatastati e suddivisi in base alla loro FORMA ANATOMICA, con le tibie, i femori, i teschi impilati e sistemati, in seguito, anche in modo creativo conferendo al luogo un fascino suggestivo, oserei dire MACABRO-ROMANTICO (3).
Rispetto alle cave originarie di cui abbiamo parlato prima, le catacombe comprendono solo una piccola parte dei sotterranei presenti sotto la città di Parigi, che si estendono per circa 285 km. Infatti, possiamo visitare l’ossario solamente per circa 2 km poiché addentrarsi nelle gallerie significherebbe, con molta probabilità, perdersi in un LABIRINTO DI STRADE E CUNICOLI!!!
Per entrare in questo “MONDO DI SOTTO”, si scende da una stretta scala a chiocciola scavata nella pietra fino ad arrivare ad uno spiazzo ottagonale alla profondità di 20 metri. Su un frontone sorretto da due pilastri è incisa una frase del famoso poeta francese Jacques Delille: “Arrête! C'est ici l'empire de la Mort!” (Fermati! Questo è il regno della Morte!) (4). Ma noi, visitatori dei Mondidiaria, di certo non ci facciamo intimorire e proseguiamo il nostro cammino tra le buie gallerie e gli stretti passaggi. Oltre a questa iscrizione possiamo notare altre citazioni di poeti e scrittori come ad esempio quella in italiano: “Esistenza dell’uom te breve avversa/ troppo ai desii la cieca gente accusa/ ea mille obietti frivoli conversa/ l’omaggio d’un pensier poi ti ricusa/ ma vegetando con l’orrore a lato/ muore di mille volte anzi suo fato.” Oppure anche delle citazioni della Bibbia, tra cui: “Pensate al giorno di cui non vedrete la sera” (5).
Lungo il nostro percorso possiamo incontrare non solo muri di ossa e teschi impilati appartenuti a persone comuni ma anche resti di PERSONAGGI al loro tempo MOLTO FAMOSI, come ad esempio: la celebre vittima della ghigliottina Georges Jacques Danton; il chimico, biologo, filosofo ed economista Antoine-Laurent de Lavoisier; i politici, avvocati, rivoluzionari francesi Camille Desmoulins e Maximilien de Robespierre (6).
A rendere il nostro viaggio ancora più affascinante e misterioso ci sono DIVERSE SCULTURE ubicate in varie parti dell’Impero dei Morti come ad esempio: la fontana della Samaritana, un pozzo di acqua di falda, un tempo usato dagli operai della cava per fabbricare la malta; la cripta Sacellum, con l'altare dove le ossa venivano benedette; il sarcofago del Lacrymatoire, dedicato al poeta maledetto Nicolas Gilbert e la cripta della Passione, dove a reggere il soffitto è un possente pilastro di crani e ossa.
Altre sculture che possiamo trovare nelle catacombe sono la ricostruzione di un castello medievale e il modello del forte di Port-Mahon (la città principale dell'isola di Minorca, nelle Isole Baleari).
Come all’entrata vi era un’iscrizione di “BENVENUTO”, se così si può dire, per il nostro ingresso al Mondo dei Morti, così anche all’uscita, per CONCLUDERE il nostro viaggio, vi è una scritta che ci saluta: "Non metuit mortem qui scit contemnere vitam", ovvero "Non teme la morte chi imparò a sprezzar la vita" (7).
Tutto davvero “accogliente”! Come ho già detto prima, non abbiamo visto tutto, ma solo una parte. Sicuramente il nostro viaggio sarebbe ancora più intrigante se potessimo addentrarci nei cunicoli e labirinti sotterranei, così che potremmo anche ammirare una PISCINA presente in queste catacombe! Ebbene sì, in questo luogo lugubre vi è anche quella, documentata da esploratori che l’hanno visitata quando le piogge non l’hanno inondata (8)!
Ma che dire invece di quei due ragazzi, di 16 e 17 anni, che tempo fa sono rimasti INTRAPPOLATI qui sotto in compagnia di 6 milioni defunti per ben 3 giorni??? Ebbene nessun’anima malvagia ha tormentato il loro soggiorno forzato, bensì è stata l’ipotermia. In particolare grazie alle ricerche della polizia francese sono riusciti a salvarsi e ad essere ricoverati poi in ospedale! Sì perché dovete sapere che le catacombe sono un luogo buio e umido e la temperatura nei tunnel si aggira intorno ai 15 gradi anche d’estate. L’accesso ai tunnel, che ripeto si estendono per circa 285 km, è vietato ma spesso gruppi di ragazzi riescono ad entrarci sfruttando ingressi segreti (9).
Insomma, per me è sempre meglio viaggiare sicuri, soprattutto se si tratta dell’Impero della Morte!
Alla prossima.
Aria Shu.
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Note dell’articolo:
(4) Martina, G., Parigi controcorrente. Passato e presente sulle rive della Senna, Magenes , Milano, 2017, p. 319.
(5) Martina, G., Parigi controcorrente. Passato e presente sulle rive della Senna, Magenes , Milano, 2017, p. 319.
(6) Martina, G., Parigi controcorrente. Passato e presente sulle rive della Senna, Magenes , Milano, 2017, p. 319.
Fonti articolo:
Martina, G., Parigi controcorrente. Passato e presente sulle rive della Senna, Magenes , Milano, 2017.
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