Tra il Perù e la Bolivia, ad oltre 3800 metri sopra il livello del mare e poco distante dal lago Titicaca, esiste uno dei siti archeologici più grandi del Sud America chiamato Tiwanaku o Tiahuanaco o Tiahuanacu. I resti superficiali coprono attualmente circa 4 chilometri quadrati e comprendono numerose costruzioni di pietra, mura imponenti, grandi portali e statue giganti. Si stima approssimativamente che nell'800 d.C. il sito fosse abitato da 10.000 a 20.000 persone (1).
Il primo a parlare di Tiahuanaco fu lo spagnolo Pedro Cieza de Léon che nel 1549 arrivò con i conquistadores, accalappiandosi la reputazione del primo storico del Perù. Quello da cui lui rimase particolarmente colpito furono le affascinanti incisioni, le grandi costruzioni e i grandi idoli di pietra di forma umana, sostenendo che: “si tratta delle antichità più vetuste di tutto il Perù” (2). Così lo studioso chiese ai nativi se le costruzioni risalissero al tempo degli Inca ma gli autoctoni risposero che: “vennero costruite prima degli Incas; ma non sapevano indicare o ipotizzare chi le avesse erette” (3).
I primi lavori di scavo e documentazione archeologica iniziarono alla fine del 1800, grazie ai quali si scovarono delle strutture monumentali e blocchi megalitici veramente affascinanti. Vediamoli insieme (4).
1. La Piramide di Akapana: il più grande edificio lasciato dalla cultura Tiwanaku. Era una piramide tronca di 18 metri di altezza, larga 182 metri e lunga 194 metri, orientata verso i punti cardinali e formata da sette piattaforme. Si ipotizza che dovesse essere un tempio cerimoniale o un cimitero per persone di alto rango (5);
2. Puma Punku (ossia la Porta del Puma), già trattato in un mio articolo precedente (6), è un complesso monumentale in cui spiccano affascinanti strutture come: muri di grandi dimensioni, tumuli di pietra e strani reperti, alcuni a forma di “H” e altri “decorati” con fori di alta precisione (7);
3. il Tempio semi-sotterraneo è uno dei luoghi meglio conservati di Tiwanaku poiché costruito sottoterra. Il tempio è a pianta quadrata e al suo interno sono stati ritrovati alcuni dei principali oggetti e decorazioni del sito, come ad esempio: 175 teste chiodate sparse su tutte le pareti (8) e il monolite Bennett (9), di oltre 7 metri di altezza, rappresentante un leader della cultura Tiwanaku idealizzato;
4. il Tempio di Kalasasaya ossia una costruzione religiosa circondata da diverse strutture come: il Monolito di Ponce, il Tempio dei Volti e la Porta del Sole, molto importante per i Tihuanacotas.
Quest’ultimo monumento (10), si trova sul lato est (dove sorge il sole) e mostra un bassorilievo che rappresenta Viracocha, il Dio creatore poi assorbito dagli Inca, circondato da varie figure che riproducono uomini alati, animali, le stagioni, i mesi e le settimane. Il sito archeologico è strettamente legato all’astrologia, oltre al fatto che la cultura Tiwanaku era molto attenta al firmamento (11); ma questa parte del sito è da sempre avvolta dal mistero soprattutto per una decorazione che era riportata sulla parete.
Nel 1903 l'archeologo dilettante di origine austriaca Arthur Posnansky, mappando tutta l’area, ha ipotizzato che questa città fosse la più antica del mondo e l’ha dedotto per due motivi. Innanzitutto una prova, secondo lo studioso, era proprio “posizionata” sulla Porta del Sole, dove si notava un disegno che sembrava un incrocio tra un rinoceronte e un ippopotamo, identificato da alcuni biologi con un toxodonte estintosi alla fine del Pleistocene.
Mentre per alcuni archeologi questo mammifero potrebbe aver rappresentato un puma, un animale solitamente presente in questo tipo di ambiente. Quindi l’interpretazione dello studioso è indubbiamente affascinante ma bisogna anche sottolineare che le incisioni non sono precise come delle normali fotografie, di conseguenza certe spiegazioni è meglio prenderle con “delicatezza”.
Il secondo motivo è stato quando Posnansky si accorse che al solstizio di primavera il sole sorge centralmente al tempio (attraverso la porta), di conseguenza, si aspettava che agli equinozi il sole dovesse sorgere perfettamente agli angoli ma stranamente ciò non si verificava a causa di qualche grado di differenza tra allineamento dell’astro con le pietre angolari. Per Posnansky non poteva trattarsi di un errore architettonico, viste l’elevate competenze di questo popolo, e concluse che l’anomalia poteva solo essere stata provocata da un evento astronomico ciclico: lo spostamento dell’asse terrestre. Posnansky verificò, seguendo i calcoli della Conferenza Internazionale delle Effemeridi, che l’orientamento del tempio corrispondeva all’incirca al 15.000 avanti Cristo (12).
Rispetto a quello sostenuto dallo studioso non ci sono prove scientifiche a riguardo (13). Quindi se Tiahuanaco non è stata costruita 17.000 anni fa, quando l’hanno edificata?
Ebbene nel corso degli anni sono state effettuate varie analisi sulla progressione dei diversi tipi di vasellame e, combinandole con la datazione al radiocarbonio, è stato possibile capire una cronologia archeologica. Tale risultato è stato poi confermato anche su reperti rinvenuti nei villaggi e nelle fattorie vicine e dal ritrovamento della civiltà Huari, a nord di Tiahuanaco, vissuta quasi nella stessa epoca. In definitiva, dalle ricerche emerge che il primo villaggio è stato costruito circa nel 200 a.C., in seguito divenne una città solo tra il II e il IV secolo d.C. e poi fu abbandonata attorno al 1.000 d.C. (14). Uno sviluppo dovuto alla padronanza di varie tecniche agricole che permettevano di coltivare anche ad alta quota e quindi alla civiltà di insediarsi ed espandersi (15).
Quindi chi erano le persone che abitavano in questa antica città?
Secondo l'archeologo Arthur Posnansky, Tiwanaku sarebbe stata fondata da una razza superiore che in seguito avrebbe influenzato le culture successive dell’America centro-meridionale (16).
Mentre secondo recenti indagini scientifiche compiute su un campione di 18 scheletri rivenuti nel sito, è stato rilevato che buona parte di essi appartenevano a gruppi etnici di tipo amerindio, forse provenienti dall’Amazzonia. Il restante campione, invece, era di persone che possedevano occhi e capelli chiari, ossia caratteristiche che si riscontrano tutt’oggi presso gli indios Chachapoya a nord del Perù (17) (18).
Inoltre, perché queste persone hanno avuto l’esigenza di costruire una città magnifica in un luogo così scomodo? Dalla descrizione del sito archeologico si può facilmente capire che tale è stato costruito per scopi religiosi, in onore di divinità del cielo. Non a caso la città è stata costruita oltre 3800 metri sopra il livello del mare, quindi l’hanno fatta per essere simbolicamente più vicini al cielo? Alle proprie divinità? A questo punto mi chiedo: quanto l’essere umano è disposto a sacrificarsi per soddisfare il proprio bisogno di avvicinarsi al divino? Ad ognuno la sua opinione…
Infine concludo con un ultimo mistero. Molti di voi si saranno chiesti: ma come ha fatto questo popolo a trasportare degli enormi monoliti del peso di circa dieci tonnellate? Forse l’archeologo aveva ragione? Sono state delle razze aliene a creare il sito? Ebbene sul trasporto dei blocchi, vi sono varie ipotesi. Secondo gli archeologi, questo popolo utilizzava metodi simili adoperati già per altri monumenti antichi: quindi barche e altri materiali come corde e rulli di legno. Detta così qualcuno di voi probabilmente storce il naso perché questa spiegazione sembra poco plausibile. In realtà, come ho già spiegato in articoli precedenti, quando rivolgiamo lo sguardo verso l'antichità, dobbiamo osservarla con altri occhi!
Nel senso che gli uomini di allora erano abituati a lavori manuali estremamente pesanti e, anche se non c’erano gli strumenti all’avanguardia di oggi, non significa che non fossero capaci di ingegnarsi e creare delle strategie per risolvere i problemi.
Purtroppo c’è sempre la solita tendenza dell’uomo occidentale a sottovalutare le capacità dei popoli provenienti da altri continenti e a sopravvalutare le proprie (19).
Infatti di solito non si chiamano mai in causa gli alieni per le opere mastodontiche degli antichi Romani o Greci ma, al contrario, lo si fa per quelle realizzate ad esempio dagli Egizi, dai Maya, dai Sumeri. Provate a farci caso!
Alla prossima.
Aria Shu.
Copyright © 2023-2024, “www.mondidiaria.com” – Tutti i diritti riservati.
Note dell’articolo:
(2) Polidoro, M. & Bongiorni, F., Atlante dei luoghi misteriosi dell’antichità, Bompiani, Milano, 2020, p. 133.
(3) Polidoro, M. & Bongiorni, F., Atlante dei luoghi misteriosi dell’antichità, Bompiani, Milano, 2020, p. 133.
(4) L’ordine dei luoghi descritti li ho posizionati in base ai misteri da trattare e non per fornire informazioni turistiche.
(5) Articolo online di Barbaro Antonietta: https://www.guideturistiche.net/visitare-la-metropoli-perduta-di-tiahuanaco-bolivia/
(8) Articolo online di Barbaro Antonietta: https://www.guideturistiche.net/visitare-la-metropoli-perduta-di-tiahuanaco-bolivia/
(9) Attualmente lo si può ammirare al Museo Litico.
(10) Articolo online di Barbaro Antonietta: https://www.guideturistiche.net/visitare-la-metropoli-perduta-di-tiahuanaco-bolivia/
(11) Polidoro, M. & Bongiorni, F., Atlante dei luoghi misteriosi dell’antichità, Bompiani, Milano, 2020, p. 133; articolo online di Barbaro Antonietta: https://www.guideturistiche.net/visitare-la-metropoli-perduta-di-tiahuanaco-bolivia/
(12) Articolo online di Carla Giomi: https://sites.google.com/site/gruppomisteroamiata/reportage-dal-mondo/tiwanaku
(13) Polidoro, M. & Bongiorni, F., Atlante dei luoghi misteriosi dell’antichità, Bompiani, Milano, 2020, p. 134.
(14) Polidoro, M. & Bongiorni, F., Atlante dei luoghi misteriosi dell’antichità, Bompiani, Milano, 2020, p. 134.
(15) Polidoro, M. & Bongiorni, F., Atlante dei luoghi misteriosi dell’antichità, Bompiani, Milano, 2020, 134; https://en.wikipedia.org/wiki/Tiwanaku#cite_note-Janusek2004b-2
(16) Polidoro, M. & Bongiorni, F., Atlante dei luoghi misteriosi dell’antichità, Bompiani, Milano, 2020, 134.
(17) Per approfondimenti si veda il mio articolo: https://www.mondidiaria.com/post/in-perù-vi-erano-i-guerrieri-delle-nuvole-persone-dai-tratti-europei-e-dai-rituali-insoliti
(18) mtDNA analysis of skeletal remains from the archaeological site of Tiwanaku and its relation to the origins of its builders, in Revista de Antropologia Chilena, vol. 35, n. 2, jul 2003 pp 269-274.
Fonti articolo:
- Polidoro, M. & Bongiorni, F., Atlante dei luoghi misteriosi dell’antichità, Bompiani, Milano, 2020.
-Articolo online di Barbaro Antonietta: https://www.guideturistiche.net/visitare-la-metropoli-perduta-di-tiahuanaco-bolivia/
-Articolo online di Carla Giomi: https://sites.google.com/site/gruppomisteroamiata/reportage-dal-mondo/tiwanaku
-Per approfondimenti si veda il mio articolo: https://www.mondidiaria.com/post/in-perù-vi-erano-i-guerrieri-delle-nuvole-persone-dai-tratti-europei-e-dai-rituali-insoliti
-mtDNA analysis of skeletal remains from the archaeological site of Tiwanaku and its relation to the origins of its builders, in Revista de Antropologia Chilena, vol. 35, n. 2, jul 2003 pp 269-274.
Fonti immagini: le immagini che trovi nel mio blog sono state prelevate da internet in molteplici copie e in siti senza copyright. Nel caso in cui, inavvertitamente, avessi pubblicato immagini coperte da copyright, mi scuso in anticipo e ti chiedo di comunicarmelo immediatamente. Grazie!
Comentarios