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Immagine del redattoreAria Shu

UN ENIGMATICO REPERTO È STATO TROVATO SULL’ISOLA DI CRETA, NEL PALAZZO MINOICO. È IL DISCO DI FESTO, LA CUI SUPERFICIE È RICOPERTA DA SEGNI E SIMBOLI CHE LO RENDONO QUASI IMPOSSIBILE DA “DECIFRARE”.

Aggiornamento: 24 set


Ammetto che la prima volta che ho visto questo reperto non mi ha trasmesso una “ventata” di mistero o di curiosità bensì mi ha stimolato l’appetito! Ebbene più lo guardo e più lo associo ad un biscotto cotto al forno, magari fatto con tanto amore dalla nonna e pronto da sgranocchiare.


Ma bando alle mie fauci e dedichiamoci a quello che è realmente, ossia il Disco di Festo.


Tantissime speculazioni sono state fatte su questo oggetto particolare e numerosi i tentativi da parte di studiosi, archeologi e dilettanti di “DECIFRARE IL CODICE” e i segni presenti sulla superficie di questo misterioso reperto, che oggi possiamo ammirare presso il Museo Archeologico di Heraklion (Candia) a Creta.

Ma facciamo un salto indietro nel tempo e riportiamo la nostra mente a quel venerdì 3 luglio del 1908 e precisamente nel sito archeologico della città di Festo sull’isola di Creta. In particolare nel palazzo minoico (1900-1700 a.C.), nella cella principale di un "magazzino del tempio", sotterraneo, una spedizione archeologica italiana guidata da Luigi Pernier e Federico Halbherr RIPORTÒ ALLA LUCE il Disco di Festo (1). In particolare esso ha un diametro di 15 centimetri e 16 millimetri di spessore, è fatto di terracotta e di probabile provenienza minoica, quindi forse risalente circa al 1700 a.C. (2) 

Palazzo minoico, il luogo del ritrovamento.

Su entrambi i lati sono presenti 45 tipi di simboli, poi ripetuti, per un totale di 241 elementi non incisi ma impressi con stampini quando l'argilla era ancora fresca e disposti in uno SCHEMA A SPIRALE.

Questi segni sono suddivisi in gruppi formati dai 2 ai 7 elementi tramite linee verticali e pare siano orientati verso destra, come ad esempio un uomo che guarda o che cammina verso questa direzione. Alcuni dei simboli sono rappresentati verticalmente, come un pesce e una barca, e sono girati verso il bordo esterno del disco (3).

Lato A del Disco.
Lato B del Disco.

Ma ora addentriamoci insieme nei MISTERI!!


1.DA DOVE PROVIENE IL DISCO?

Anche se il reperto fu rinvenuto durante gli scavi nel "Palazzo antico" non si sa nulla riguardo la sua effettiva provenienza. Ad oggi l’ipotesi più rilevante è che non provenga da lontano, o da qualche civiltà extraterrestre, ma da CRETA e che riporti una rappresentazione del linguaggio utilizzato nel periodo (tra il 1850 ed il 1550 a.C.) in cui è datato il disco dagli studiosi. Tra gli argomenti a favore della tesi che si tratti di una produzione locale di botteghe minoiche, c'è la presenza di motivi comuni all'arte popolare minoica, come delfini, bestiame, gigli e crochi. Inoltre, il fatto che i simboli siano disposti a spirale, è considerato un'altra caratteristica diciamo compatibile con la provenienza minoica, o almeno egea (4).


2. È AUTENTICO?

Alcuni studiosi, insieme al mercante d'arte Jerome Eisenberg, hanno sollevato la possibilità che il disco fosse una contraffazione o una burla del 1908; mentre dagli archeologi viene accettato come autentico poiché si basano sui documenti dello scavo di Luigi Pernier, e sulla successiva scoperta dell'ASCIA di Arkalochori con glifi simili ma non identici. Inoltre, uno dei simboli presenti sul disco (testa di moicano) è somigliante a tre statue di terracotta ritrovate nel tempio rupestre di Traostalos, a Creta (1700-1600 a.C.) (5).


3. CHE SIMBOLI SONO?

Innanzitutto, come ho già detto inizialmente, sul disco vi sono 45 tipi di SEGNI, poi ripetuti, per un totale di 241, questo permette di definire che non si tratta di un sistema alfabetico o ideografico (come l’egiziano, per esempio), ma di una scrittura di tipo sillabico, come è il caso di altre forme di scrittura scoperte a Creta nell’Età del Bronzo, tra cui il geroglifico cretese, la Lineare A (6) e la Lineare B (7).

Tra le altre particolarità del disco, come già detto prima, una è il modo con cui è stato realizzato: i segni non furono scritti o incisi, bensì impressi sull’argilla fresca con l’uso di piccoli stampi (forse in metallo o avorio) usati più volte per riuscire a comporre parole e frasi (8).

Purtroppo, nessuno dei TIMBRI è stato ancora ritrovato, tuttavia il loro utilizzo nella produzione del disco fa pensare che altri dischi siano stati prodotti o almeno che si sarebbe voluto farli (9).

Sulla superficie del disco, oltre ai simboli impressi, vi sono anche dei TRATTINI e segmenti punteggiati, che pare siano stati prodotti a mano libera e sono posizionati sempre sotto i simboli a sinistra, dentro un insieme delimitato da linee verticali. Si ipotizza che probabilmente essi siano degli indicatori all'inizio di una parola, oppure dei prefissi o suffissi, vocali o consonanti aggiuntive o una modalità per suddividere versi o strofe (10).

Vedi ELENCO dei simboli qui sotto riportato.

 


4. COME VA LETTO?

Riguardo alla direzionalità del testo sul disco stesso, si hanno diversi punti di vista. Ad esempio l’archeologo britannico Arthur Evans ritenne che il disco fosse stato scritto, e andrebbe letto, dal centro verso l'esterno, perché sarebbe stato più facile imprimere prima l'iscrizione per poi regolarsi con la dimensione del disco da adattare al testo. Poi lo studioso cambiò idea e sostenne che l'iscrizione venne prodotta, e andrebbe letta, dall'esterno verso il centro.

Il linguista Jean Faucounau ha proposto una ricostruzione dei movimenti dello scriba, i quali richiederebbero anche una direzione verso l'interno; mentre per il filologo classico Yves Duhoux ogni lettura verso l'esterno deve essere scartata.

Altro dettaglio è che nessuno dei centri delle due spirali (davanti e dietro dell’oggetto) coincide con il centro del disco e alcuni dei simboli vicino al centro sono affollati, come se l'artefice fosse stato limitato dallo spazio (11).

 

Andrebbe letto dal centro verso l'esterno?
Oppure dall'esterno verso il centro?

5. CHE COSA C’E’ SCRITTO SUL DISCO?

Uno dei misteri che rimane ancora oggi più impenetrabili è il contenuto dell’iscrizione. Infatti, per quasi un secolo molti altri esperti hanno cercato di comprendere il significato delle iscrizioni sul disco e il dottor Gareth Owens, dell’Istituto di studi tecnologici (Ted) di Creta, afferma che possa essere una preghiera alla GRANDE MADRE, ossia alla divinità più diffusa in quell’epoca nel bacino Mediterraneo (12).


Oltre a questa ipotesi, esistono altre teorie sul significato del testo impresso sul disco, tra cui: un documento giuridico; un elenco di località religiose; un biglietto di auguri; un rituale di fertilità e, perfino, che si tratti di note musicali.

A prescindere dalle varie supposizioni, l'orientamento più accreditato, è che non vi sia abbastanza materiale disponibile per un'analisi significativa (salvo future scoperte). È infatti difficile essere certi del suo significato se non abbiamo un confronto con altri reperti molto simili.

Quindi a mio parere, a tutt’oggi, dobbiamo saper accettare che il Disco di Festo è ancora un bel mistero da svelare!

Ma aspettate tutti!! E se fosse il gioco dell'oca in "versione minoica"... d'altronde, esteticamente, non ci sarebbe molta differenza.


Alla prossima.

Aria Shu.

 


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Note dell’articolo:

(6) La lineare A è uno dei due sistemi di scrittura utilizzati nell'isola di Creta prima del sistema di scrittura dei greci micenei detto Lineare B insieme ai geroglifici cretesi.

(11) Facchetti, G., Il disco di Festo, su academia.edu, p. 157.

 


Fonti articolo:

-Facchetti, G., Il disco di Festo, su academia.edu.



Fonti immagini: le immagini che trovi nel mio blog sono state prelevate da internet in molteplici copie e in siti senza copyright. Nel caso in cui, inavvertitamente, avessi pubblicato immagini coperte da copyright, mi scuso in anticipo e ti chiedo di comunicarmelo immediatamente. Grazie!

 

 

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