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Immagine del redattoreAria Shu

UN INDECIFRABILE LIBRO SI TROVA NELLA CUBICA BIBLIOTECA DELL’UNIVERSITÀ DI YALE (STATI UNITI). È IL MANOSCRITTO VOYNICH, OSSIA IL LIBRO PIÙ MISTERIOSO DEL MONDO. MA QUALI SEGRETI NASCONDE?

Aggiornamento: 2 lug

Nata oltre cinque mila anni fa, la SCRITTURA permise agli esseri umani di comunicare dei messaggi tramite lettere e segni ma anche di sviluppare dei codici segreti per crittografare testi di contenuto politico, religioso, militare o diplomatico.  

I manoscritti e i testi cifrati giunti a noi fino a oggi sono stati decifrati tutti tranne uno ossia il Manoscritto Voynich, famoso per essere il libro più misterioso del mondo. In particolare è un codice risalente al XV secolo poiché la datazione al radiocarbonio indica che è stato redatto tra il 1404 e 1438. Attualmente è conservato nella Beinecke, la sezione della Biblioteca dell’Università di Yale che raccoglie i manoscritti e i libri antichi e rari, dove reca il numero di inventario “Ms 408”.


La prima notizia della sua esistenza risale al 1580, ossia quando l’imperatore Rodolfo II d’Asburgo, appassionato di esoterismo, magia e stranezze varie, lo acquistò per la rilevante somma di 600 ducati da due inglesi, ossia: il mago John Dee, il quale sosteneva di comunicare con presunte entità attraverso le pietre, e il truffatore Edward Kelley.

Nel XVII secolo il manoscritto passò di mano in mano fino ad arrivare al convento gesuita di Villa Mondragone (Frascati) dove, nel 1912, venne acquistato dal mercante di antichità Wilfrid Voynich, dal quale prese il nome. In seguito la proprietà dell’opera passò da Voynich al noto commerciante ed esperto di libri antichi Hans P. Kraus, un antiquario newyorchese, il quale lo donò all’Università di Yale nel 1969 (1).

Beinecke Rare Book and Manuscript Library.

Il manoscritto è stato scritto su una sottile pergamena di vitello, le cui dimensioni sono abbastanza contenute: larghezza di 16,2 centimetri, un’altezza di 23,5 centimetri con uno spessore di 5 centimetri. Dalle due numerazioni scritte sui margini si evince che il manoscritto fosse formato da 116 fogli divisi in 20 fascicoli di diversa consistenza: tuttavia 14 fogli (numeri 12, da 59 a 64, 74, 91 e 92, 97 e 98, 109 e 110) sono andati perduti (2). Inoltre, diversi fogli sono di dimensioni maggiori degli altri e ripiegati, e risultano quindi composti da più di due "pagine" (3).

Non ha, tuttavia, autore, titolo, data e nemmeno capitoli mentre la GRAFIA è la scrittura umanistica a caratteri latini, usata in Europa occidentale tra la prima metà del XV e i primi del XVI secolo (4).

Estratto del manoscritto.

Il testo è dotato di un gran numero di illustrazioni a colori, che, sulla base del tema dei soggetti raffigurati, hanno consentito la suddivisione del manoscritto in varie sezioni (5). Vediamole insieme:

 

SEZIONE I (fogli 1-66), chiamata “botanica” per via dei 113 disegni di piante sconosciute;

Esempio di un foglio contenuto nella sezione "botanica".

SEZIONE II (fogli 67-73), detta “astronomica” o “astrologica”. In essa vi sono 25 diagrammi che sembrano richiamare dei corpi celesti e segni zodiacali. Anche in questo caso risulta alquanto arduo stabilire di cosa effettivamente tratti questa sezione.


Esempio di un foglio contenuto nella sezione "astrologica".

SEZIONE III (fogli 75-86), denominata “biologica”. Le illustrazioni riproducono diverse donne nude, molte delle quali immerse, spesso fino al ginocchio, in vasche tra loro comunicanti che contengono un liquido scuro al loro interno.

Esempio di un foglio contenuto nella sezione "biologica".

Subito dopo questa sezione vi è un foglio ripiegato sei volte, raffigurante nove medaglioni con immagini di stelle o figure vagamente simili a cellule, raggiere di petali e fasci di tubi.


SEZIONE IV (fogli 87-102), chiamata “farmacologica” perché contiene raffigurazioni di ampolle che richiamano quelle in uso nelle antiche farmacie, oltre che immagini di radici e piante (forse erbe officinali);

Esempio di un foglio contenuto nella sezione "farmacologica".

SEZIONE V, l’ultima, che va dal foglio 103 sino alla fine del libro, vi sono delle piccole stelle poste sul margine sinistro, accanto al testo che potrebbe rappresentare una sorta di indice (6).

 

Esempio di un foglio che potrebbe contenere una parte di un indice.

Tutto il manoscritto è stato redatto, come dicevo, in una lingua incomprensibile e vari studiosi hanno compiuto diversi TENTATIVI per riuscire a decifrarlo. Ad esempio il primo che credeva di essere riuscito a tradurlo, nel 1921, fu un professore di filosofia medievale presso l’Università di Pennsylvania, William Newbold. Poi nel 1945 venne fondato a Washington il First Voynich Manuscript Study Group (FSG), un gruppo di studiosi che portò avanti una più attenta analisi del testo, dalla quale emerse la ripetitività di linguaggio che lo contraddistinguerebbe. Nel 1976 ci fu uno studio importante condotto da William Ralph Bennett che, oltre a porre l’attenzione sulle frequenti ripetizioni di lettere e intere parole, riprodotte in sequenza, ne sottolineò l’apparente mancanza di logica e l’uso di un vocabolario che doveva essere alquanto ridotto.


Per quanto riguarda le varie IPOTESI e teorie sul SIGNIFICATO del manoscritto e la sua attribuzione a questo o a quell’altro autore, sono state veramente numerose. Vediamole insieme alcune.

1.Vi è il sospetto che sia un falso creato nel XVI secolo per truffare l’imperatore Rodolfo II d’Asburgo, poiché fu venduto a caro prezzo (7). Rispetto a questa ipotesi, gli indizi a favore sono l’assenza di correzioni nel testo oppure la crescente complessità e astrazione delle illustrazioni (8);

2.altri studiosi ritengono che il testo sia stato scritto da qualche medium attraverso il suo flusso di coscienza o l’uso della scrittura automatica la cui mano è stata guidata da una presunta entità divina o ultraterrena. Questo lo si potrebbe dedurre da una certa ossessività nelle parole e la stranezza dei segni e disegni (9);

3.altri invece ritennero che fosse un manuale di cure idroterapiche, da effettuare in particolari condizioni astrali e mediante l’impiego di particolari erbe;


4. secondo una ricerca recente, sarebbe piuttosto una sorta di enciclopedia illustrata (10).

5. tra i vari studiosi che recentemente hanno tentato di tradurlo, spicca la figura di Gerard Cheshire, un ricercatore dell'Università di Bristol, il quale, in una sua ricerca pubblicata su Romance Studies, sostiene che si tratterrebbe di una specie di manuale medico, con ricette e consigli per la cura della salute femminile: per intendersi, un mix tra un trattato di erboristeria e uno di astrologia, una sintesi tra pratiche curative e oroscopi. L’emblematico testo sarebbe stato dedicato alla regina d'Aragona Maria di Castiglia e redatto da una suora domenicana del convento affiliato al Castello aragonese di Ischia (11).

Ischia castello Aragonese...magnifico!

Ma come è stato fatto il manoscritto secondo Cheshire? Secondo Cheshire, la religiosa avrebbe impiegato un alfabeto composto dalle lettere minuscole del normale alfabeto latino, con l'aggiunta di diversi simboli a noi ignoti: alcuni, combinati fra loro, sarebbero stati usati per rappresentare specifici suoni fonetici; altri sarebbero varianti grafiche impiegate in casi particolari. Inoltre lo studioso si è anche basato sulla vicinanza tra le parole e le relative immagini, arrivando così a ipotizzare il significato delle parole stesse. Osservando l'analogia fra i termini tradotti e quelli presenti in alcune lingue romanze (come l'italiano, lo spagnolo, il francese, il catalano e il rumeno) avrebbe infine dedotto che il codice venne scritto in una lingua ormai estinta: il proto-romanzo, nato da un mix di latino popolare e di altre lingue parlate durante il Medioevo nel bacino del Mediterraneo.

Ma il lavoro di Cheshire NON ha assolutamente CONVINTO gli altri ricercatori, soprattutto la medievalista Lisa Fagin Davis, esperta conoscitrice del manoscritto e direttrice della Medieval Academy of America, la quale sostenne che: “L'argomentazione principale di questo studio, cioè l'esistenza di una lingua proto-romanza, è completamente infondata e in contrasto con la paleolinguistica(12).


Giunti a questo punto si è portati a pensare che il Manoscritto Voynich è molto probabilmente un falso, scritto con una lingua inventata, una sorta di “presa in giro”. Questa ipotesi ammetto che l’ho condivisa anch’io fino a quando non ho letto recentemente (giugno 2024) un articolo online su Repubblica (13) in cui si dichiara che la dottoressa Eleonora Matarrese, filologa, etnobotanica, scrittrice e accademica, lo ha finalmente decifrato.

Eleonora Matarrese.

In particolare, grazie al suo lavoro di ricerca è riuscita a risalire al luogo, alla data e alla lingua in cui è stata realizzata l’opera, giungendo a collegarla con il territorio della Carnia. Ad aiutare le sue ricerche è stato l’erbario "Gart der Gesundheit", esposto all’interno del Museo Gortani, che presenta alcune importanti similitudini con il manoscritto: una su tutte, la lingua in cui è composto, ascrivibile anch’essa al dialetto medio-alto tedesco di area carnica.


Una parte del Gart der Gesundheit.

Inoltre, all’ingresso del Museo Carnico vi è parte di un affresco incorniciato che illustra la cittadina di Tolmezzo nel XV secolo con il castello, le mura e le torri, intorno un corso d’acqua e in primo piano quattro figure femminili. La figura centrale, che indossa un velo e una corona, nuda e vicina al corso d’acqua con un globo in mano, ricorda sia una delle figure del folio 57v ovvero una delle figure femminili nel cosiddetto “trattato delle acque” (14).

 

Che dire? Dopo seicento anni finalmente una bella sorpresa? Attendiamo ulteriori sviluppi!

 

Alla prossima.

Aria Shu.



Copyright © 2023-2024, “www.mondidiaria.com” – Tutti i diritti riservati.



Note dell’articolo:

(3) Pelling, N., The Curse of the Voynich: the Secret History of the World's Most Mysterious Manuscript, Surbiton, Compelling Press, 2006.

(7) Ciampoli, S., Misteri svelati. Viaggio razionale tra i classici dell'ignoto, CICAP, 2018, p. 141.

(8) Ciampoli, S., Misteri svelati. Viaggio razionale tra i classici dell'ignoto, CICAP, 2018, p. 142.

(9) Ciampoli, S., Misteri svelati. Viaggio razionale tra i classici dell'ignoto, CICAP, 2018, P. 142.

(11) Articolo online di Maria Leonarda Leone: https://www.focus.it/cultura/storia/i-misteri-del-codice-voynich



Fonti articolo:

-Pelling, N., The Curse of the Voynich: the Secret History of the World's Most Mysterious Manuscript, Surbiton, Compelling Press, 2006.

-Ciampoli, S., Misteri svelati. Viaggio razionale tra i classici dell'ignoto, CICAP, 2018, p. 141.

 


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