Nel 1929 a Istanbul, nel famoso Palazzo di Topkapi[1], c’era un grande fermento poiché la struttura stava per essere trasformata in un museo. Il 9 ottobre il teologo tedesco Gustav Adolf Deissmann, impegnato a catalogare i beni custoditi nella biblioteca, si imbatté in due frammenti di una MAPPA, realizzata con pelle di gazzella. Quello che attirò l'attenzione furono le molte annotazioni presenti e la sorprendente rappresentazione del continente americano, all’epoca scoperto da poco, e di quello antartico[2]. Dalla firma presente sulla pergamena, l’autore era un marinaio e cartografo turco chiamato Hagji Ahmed Muhiddin Piri (1465 -1553) ma conosciuto come Piri Reis, la cui mappa risale al 1513 d.C. (ossia al 919 secondo il calendario musulmano)[3].
La mappa iniziò ad essere disegnata nel 1511 ed egli la terminò probabilmente nel 1513 usando oltre venti mappe, tra cui ad esempio: otto tolemaiche, quattro portoghesi, una araba e una di Cristoforo Colombo[4]. Nel 1521, Piri Reis pubblicò un atlante dettagliato del Mar Mediterraneo che comprendeva un resoconto delle spedizioni sempre di Colombo, che salpò in cerca di Antilia, ossia un’isola mitica ubicata in un luogo indeterminato dell'Atlantico[5].
Ma entriamo più in profondità ed analizziamo quali sono i misteri che aleggiano attorno a questa mappa.
1.Innanzitutto essa presenta una strana anomalia: a ovest della penisola iberica e dell'Africa si distinguono grandi porzioni di costa che sembrano corrispondere all'AMERICA e all'ANTARTIDE, anche se per entrambe non era possibile saperlo all’epoca. In particolare della prima si conosceva sono una piccola parte del territorio mentre la seconda sarebbe stata scoperta solo secoli dopo e precisamente nel 1820 dalla spedizione russa di Lazarev e Bellingshausen[6].
2.Inoltre nella mappa l’Antartide è raffigurato SENZA GHIACCI, condizione che, secondo gli esperti, dovrebbe risalire a oltre 6000 anni fa. Come faceva Piri Reis a saperlo?[7]
3.Non furono solo i dati geografici a richiamare l'attenzione degli studiosi visto che nella mappa sono disegnati degli ANIMALI che non potevano vivere in Antartide, poiché le temperature erano diverse[8].
4.Nel 1965 il professor Charles Hapgood, dell’Università del New Hampshire, ipotizzò che la mappa sia stata realizzata con la cosiddetta “PROIEZIONE DEL MERCATORE”, una tecnica usata per rappresentare la superficie terrestre su un piano, che ha come difetto quello di esagerare le dimensioni dei paesi più vicini ai poli e diminuire le dimensioni di quelli vicino all’equatore. Questa tecnica, però, è stata introdotta dal cartografo fiammingo Gerardo Mercatore per la prima volta nel 1569, quindi oltre 50 anni dopo la mappa di Piri Reis[9].
A fronte di questi misteri ovviamente la domanda sorge spontanea: come è possibile aver fatto una mappa “FUORI DAL TEMPO”?
A tal proposito vi sono state varie interpretazioni: dallo scrittore Erich Von Däniken, che ne parla nel suo libro Chariots of Gods (in Italiano: Gli extraterrestri torneranno), a Graham Hancock, nel suo best seller fanta-archeologico Impronte degli Dei[10] e il professor Charles Hapgood, citato pocanzi. Quest’ultimo sostenne che tra le fonti usate da Piri debbano esserci anche mappe o resoconti risalenti al 4000 a.C., quando, stando alle nostre conoscenze storiche, la civiltà non era ancora progredita. Inoltre ritiene che dovessero esistere civiltà preistoriche evolute, che possedevano tecnologie avanzate in grado di navigare su lunghe rotte e, probabilmente, anche di volare. È infatti convinto che non sia possibile tracciare una mappa con tale precisione senza alcuna osservazione aerea: “È chiaro che gli antichi navigatori viaggiarono da polo a polo. Anche se appare incredibile, l’evidenza tuttavia indica che alcuni popoli antichi esplorarono l’Antartide quando le sue coste erano libere dal ghiaccio. È anche chiaro che essi avevano strumenti di navigazione per determinare accuratamente la longitudine, cosa che era lontana dall’essere posseduta dalle popolazioni dell’antico Medioevo o dei tempi moderni fino alla seconda metà del XVIII secolo. Questa prova di una tecnologia perduta supporta e dà credito a molte delle altre ipotesi che sono state formulate riguardo ad una perduta civiltà esistente nei tempi remoti. Gli studiosi sono stati abili a respingere molte di queste prove come pura mitologia, ma qui abbiamo fatti che non possono essere respinti. L’evidenza richiede che tutte le altre prove che sono state portate avanti in passato dovrebbero essere riesaminate con una mentalità più aperta”[11].
Rispetto a quello che sostiene il professore vi confesso che mi sembrano conclusioni affrettate come un treno in corsa che non si riesce a fermare, tralasciando e ignorando dettagli e informazioni riferiti al contesto in cui è stata creata la mappa. Ma rivediamo insieme alcuni aspetti.
Rispetto al punto 1 e 2. Il prof., ma anche altri sostenitori affini, afferma che la mappa sia PRECISA. Ebbene vi dirò che non è vero! L’unica parte “un po'” dettagliata è dell’America del Sud e in particolare dell’attuale Brasile anche se, sovrapponendo le due linee costiere, comunque la corrispondenza sarebbe solo apparente[12].
ALTRI ERRORI di precisione sono ad esempio: il Rio delle Amazzoni rappresentato in due diverse posizioni mentre i Caraibi sono stati riprodotti in modo grossolano, con evidenti errori di proporzioni e orientamento. Infatti all’epoca non vi era una chiara distinzione dell’Asia e dell’America: quest’ultima veniva chiamata così riferendosi solo l’attuale America del Sud, mentre tutte le terre a nord dei Caraibi erano considerate parte dell’Asia. Se avessimo la possibilità di guardare dei globi del ’500, potremmo notare che il GIAPPONE (chiamato Cipango) era rappresentato poco a ovest di Cuba[13].
Dalla rappresentazione dei Caraibi si comprende che Piri Reis ha preso spunto dalle mappe di Cristoforo Colombo, e ne ha disegnato una grande isola disposta lungo l’asse nord-sud, difficilmente riconoscibile con Cuba anche se ruotiamo la mappa di 90° in senso antiorario[14].
Per quanto riguarda la possibile raffigurazione dell’ANTARTIDE, per di più senza ghiacci, se sovrapponessimo il disegno sulla mappa di Piri con quella attuale dell’Antartide, noteremmo che i confini non combaciano[15].
Rispetto al punto 3. E le bestioline? Che dire? Aimè probabilmente sono state inventate, perché anche nella parte che dovrebbe corrispondere al Sud America vi sono dei disegni di animali fantastici come: rettili antropomorfi, uomini senza testa con il viso sulla schiena, riconoscibili come i “blemmi” della mitologia latina[16].
Rispetto al punto 4. Non si tratta della “PROIEZIONE DEL MERCATORE” ma le carte geografiche del Medioevo e del Rinascimento erano spesso costruite in modo simbolico, più che realistico. Per esempio, il nord poteva essere raffigurato a sinistra e il sud a destra, una nazione più importante poteva essere disegnata più grande delle altre solo per enfatizzarne la potenza, a prescindere dalle reali dimensioni. Inoltre sulle mappe venivano spesso raffigurate anche luoghi mitici come il Paradiso Terrestre o la Torre di Babele[17].
Infine altro aspetto da non sottovalutare è che all’epoca le carte geografiche erano a volte usate come strumenti POLITICI con cui accampare pretese di possesso. Bastava, infatti, disegnare una terra da un lato o dall’altro del meridiano denominato “la Raya”, per reclamarla come propria[18]!
Quindi, se riconsideriamo la mappa in questione, le terre nell’estremità inferiore, identificate come l’Antartide, potrebbero essere il PROLUNGAMENTO dell’estremità del continente sudamericano, deformate e piegate a destra. Forse l’autore lo ha fatto per adattarsi alla forma della pergamena o per far rientrare quelle terre nei 180° assegnati al Portogallo dal trattato di Tordesillas del 1494, come avrebbe fatto comodo ai portoghesi. Inoltre a sostegno di questa ipotesi ci sono anche numerose note scritte dello stesso Piri[19].
In conclusione, mi viene da pensare che le coste disegnate sul lato sinistro della pergamena rappresentassero in modo generico una terra incognita di cui si conosceva l'esistenza, ma che ancora non era stata esplorata. Di solito questi territori si rappresentavano sulle mappe riproducendo sopra creature fantastiche o attraverso la frase hic sunt leones (“qui ci sono i leoni”), un’indicazione di possibili pericoli che potevano incontrare gli esploratori[20].
Alla prossima.
Aria Shu.
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Note dell’articolo:
[1] Era la residenza del sultano e il centro amministrativo dell’Impero ottomano dalla seconda metà del XV secolo fino al 1856.
[2] Articolo online di Annalisa Lo Monaco: https://www.vanillamagazine.it/il-mistero-della-mappa-di-piri-reis-raffigurato-l-antartide-300-anni-prima-della-sua-scoperta-1/v
[3] Articolo online di Abel de Medici: https://www.storicang.it/a/il-mistero-della-mappa-di-piri-reis_15318
[4] Articolo online di Abel de Medici: https://www.storicang.it/a/il-mistero-della-mappa-di-piri-reis_15318
[5] Articolo online di Abel de Medici: https://www.storicang.it/a/il-mistero-della-mappa-di-piri-reis_15318
[6] Articolo online di Giuliana Galati: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=279183
[7]Articolo online di Giuliana Galati: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=279183
[8] Articolo online di Abel de Medici: https://www.storicang.it/a/il-mistero-della-mappa-di-piri-reis_15318
[9] Articolo online di Giuliana Galati: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=279183
[10] Articolo online di Giuliana Galati: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=279183
[11] Articolo online di Giuliana Galati: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=279183; Charles H. Hapgood, “Maps of the Ancient Sea Kings” (“Antiche Mappe dei Re del Mare”), Turnstone Books, Londra, 1979.
[12] Articolo online di Diego Cuoghi: https://www.diegocuoghi.com/Piri_Reis/PiriReis.htm
[13] Articolo online di Giuliana Galati: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=279183
[14] Articolo online di Diego Cuoghi: https://www.diegocuoghi.com/Piri_Reis/PiriReis.htm
[15] Articolo online di Giuliana Galati: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=279183
[16] Articolo online di Abel de Medici: https://www.storicang.it/a/il-mistero-della-mappa-di-piri-reis_15318
[17] Articolo online di Giuliana Galati: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=279183; Polidoro M., Gli enigmi della storia, Milano: Piemme, 2003, p. 82.
[18] Articolo online di Diego Cuoghi: https://www.diegocuoghi.com/Piri_Reis/PiriReis.htm
[20] Articolo online di Abel de Medici: https://www.storicang.it/a/il-mistero-della-mappa-di-piri-reis_15318
Fonti articolo:
-Articolo online di Annalisa Lo Monaco: https://www.vanillamagazine.it/il-mistero-della-mappa-di-piri-reis-raffigurato-l-antartide-300-anni-prima-della-sua-scoperta-1/v
-Articolo online di Abel de Medici: https://www.storicang.it/a/il-mistero-della-mappa-di-piri-reis_15318
-Articolo online di Giuliana Galati: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=279183
-Articolo online di Diego Cuoghi: https://www.diegocuoghi.com/Piri_Reis/PiriReis.htm
-Charles H. Hapgood, “Maps of the Ancient Sea Kings” (“Antiche Mappe dei Re del Mare”), Turnstone Books, Londra, 1979.
-Polidoro M., Gli enigmi della storia, Milano: Piemme, 2003.
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